Turismo Percorsi architettonici I palazzi del Centro Storico
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I palazzi del centro storico sono degni episodi architettonici della stratificazione temporale che ha visto Caggiano prima essere una rocca chiusa tra le mura alla ricerca della necessaria protezione e poi, e questa fase purtroppo perdura fin quasi all’epilogo del centro antico, allo svuotamento dell’antico borgo.
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Di circa 200.000 metri cubi di edifici presenti nel centro storico solo la minima parte oggi risulta abitata o adibita ad attività.
La popolazione è ridotta a poco più di duecento persone strenuamente attaccate al proprio caseggiato, continuamente mortificata dai disagi che causano l’inaccessibilità e l’abbandono, maggiormente accentuato dopo il terremoto del 1980.
Dalle iscrizioni con data e dalla stessa tipologia dei portali, di cui il centro storico di Caggiano è un vero e proprio campionario di splendidi esempi, si evidenziano il nucleo originario rimasto indenne dai sismi più rovinosi, intorno alla Chiesa di Santa Maria dei Greci, con portali ancora non ad arco e, quindi, senza elementi in chiave e d’imposta, che invece caratterizzano i portali realizzati dopo il terribile sisma del 1857, denominato “Macchia Scura”.
Qui salienti sono il palazzo Salinas e i comparti di via San Gennaro per la tipologia aggregativa caratteristica della vita sociale dell’epoca. Ingressi separati, la strada come complemento esterno alle funzioni di ricovero tipiche dell’abitazione, frequentemente mista al ricovero degli animali.
Attaccato alla chiesa di Santa Maria dei Greci, ora in rovina e in attesa di restauro, era il Convento dei Padri Brasiliani, ora civili abitazioni in corso di riparazione post sisma, d cui si è persa l’identità originaria.
Molto importante sia dal punto di vista dimensionale sia architettonico, nonostante i rimaneggiamenti non proprio rispettosi della storia, è il complesso del SS. Salvatore, in cui trova dimora l’arciprete ed è pure la sede del municipio.
Tra gli altri edifici, nella zona che guarda a mezzogiorno, troviamo il complesso di edifici di via San Luca, una volta adibiti a Ospedale, XVI secolo, che presentano le caratteristiche arcate e sovrastanti terrazzi con vista spettacolare sulla valle del Tanagro, probabilmente testimonianza di ristrutturazioni post sisma, del 1561 e del 1857.
Appresso, scorrendo la rocca sul burrone, troviamo il maestoso e severo profilo del palazzo Abbamonte, costruzione tipicamente realizzata per concorrere in imponenza con lo stesso Castello ed affermare il predominio sociale ed economico della famiglia. L’epoca di costruzione risale alla seconda metà del 1700.
Addentrandoci nel centro storico, si oltrepassa il nuovo complesso della “portuccia” esempio di demolizione totale del centro storico e di nuova edificazione avulsa dallo spirito del luogo, e servito, peraltro, da una nuova strada che costeggia tutta la rocca del vecchio paese, che ne consente l’accessibilità, ma che ottiene, al contrario, l’effetto di esserne maggiormente isolato.
Recuperato l’antico percorso della viabilità storica si trova il complesso architettonico, di grande valore, costituito dalla chiesa di Santa Caterina e dal Palazzo Bonito Oliva, nel cui cortile si pùo entrare, come d’incanto, in un’altra epoca.
Altri elementi di un certo valore architettonico sono i grovigli di case spontanee che formano, tra loro, quasi sempre dei veri e propri soggiorni all’aperto, come, ad esempio, il vico Ninfa, ove si può ammirare, dimenticata, l’immagine della “brutta”, per alcuni, matrona scolpita nel calcare.
Insieme ai ballatoi e alle scalette del centro storico, questi sono i luoghi della solidarietà e del pettegolezzo. Ma restano i luoghi della vitalità di un centro abitato. Quando dalle ringhiere dei ballatoi si affacceranno solo i gatti, e i gerani avranno lasciato il posto alle ragnatele, allora il Centro Storico avrà perso ogni speranza.
La Pro Loco con la manifestazione principale del ferragosto caggianese “Caggiano – Terra di Sapori e Tradizioni”, che è il Percorso Culinario nel Centro Storico per la scoperta e la valorizzazione delle tradizioni e del Centro Storico, intende contribuire, in ogni modo e forma, acchè lo spirito ”loci” sia reso evidente ai turisti ed agli stessi caggianesi, in modo da farne l’idea forza per la riconquista dei valori sociali e tradizionali senza i quali non è possibile costruire il futuro del nostro sviluppo.
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