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Le origini di Caggiano si perdono nella notte dei tempi.
Crediamo, e il nostro punto di vista è suffragato dai numerosi reperti archeologici – anfore, vasi sepolcrali, capitelli, tombe ed epigrafi anche bilingue, in greco- osco e greco- latino – venute alla luce in questi ultimi due secoli sia nell’abitato che nei dintorni, |
che Caggiano, già prima della venuta dei Lucani, fosse un’arx abitata.
Come si chiamasse tale “arx” non ci è noto.
Se però si dovesse escludere la collocazione di Urseio o Ursentium nella vallata di Veteranurso, nota sotto nome di “Tempa dei tiesti“ (per la quantità dei cocci di mattoni e di altri reperti che vi si incontrano), potremmo anche credere che il paese sia sorto sulle rovine di Urseio.
La presenza degli Ursentini nel territorio dei due bacini del Tanagro e del Melandro ci viene confermata oltre che dal Racioppi, anche dal nostro illustre studioso Paolo Carucci.
Il Racioppi cosi scrive:
“Ora, prossima a Vulcei è Urseio, che allogo tra Vietri di potenza e Caggiano, anch’essa stazione antichissima di popoli remotissimi, forse di origine sicula”.
Ed aggiunge più oltre: “Ora Eburi, Vulcei, Ursento, Numistro furono, senza dubbio, i più antichi stanziamenti dei popoli osco-sabellici; e poiché i nomi di queste città rimasero anche dopo l’occupazione delle varie tribù lucane, vuol dire che vi rimase tutta o gran parte di quelle popolazioni antiche in soggezione ai Lucani “.
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